UNDER 18 IN PARTENZA PER LA PUGLIA

a cura di Simone

Eccoci qui, in fibrillazione per quello che è il momento conclusivo dell’ennesimo anno sportivo, forse il più difficile di tutti. Difficile perché in questa stagione, per la prima volta non avevamo più una casa, una palestra comune dove ritrovarci, dove le cose erano più funzionali, più facili. Ma abbiamo cercato, come sempre fanno gli allenatori, di trovare una soluzione intelligente, di trasformare una difficoltà in opportunità di crescita, e forse così è stato, visti i brillanti risultati finora ottenuti… e forse li abbiamo anche apprezzati con più gusto, con una emozione diversa.

Ma ora è passato tutto, velocemente, come sempre, quando le cose le fai con la passione di un amore travolgente verso uno sport a cui devi molto e che è stato molte volte nella vita la tua guida, la tua ancora di salvezza.

Adesso dobbiamo preparare la valigia e ragionare sul come riempirla.

Intanto ci mettiamo dentro la cosa più importante: le 225 volte che ci siamo trovati assieme a condividere il sudore, le fatiche sempre diverse, ad imparare a stare assieme , sul taraflex o fuori, nelle gioie di fare qualcosa di migliore e nella sofferenza nel non riuscirci. Ci mettiamo dentro le 73 partite che abbiamo fatto fino ad oggi tra ufficiali, tornei e amichevoli. Una montagna di esperienza centrifugata nello spirito di adolescenti che qualche volta non riescono a riconoscersi, valorizzarsi, a dare il giusto peso alle cose…che qualche volta bisogna prendere per mano e qualche volta indirizzare con severità. Ci mettiamo dentro le 42 settimane che abbiamo vissuto assieme, preparandoci la borsa quasi tutti i sacrosanti giorni, rinunciando, imparando ad avere cura e rispetto del tempo.

Ci mettiamo dentro la nostra maglia, la facciamo aderire alla pelle perché la sentiamo nostra, perché rappresentiamo una società che ha fatto la storia della pallavolo Italiana, che ha il privilegio di aver fornito la maggior parte dei giocatori che calcano i taraflex della superlega e dei campionati di ogni categoria. Perché nello stemma della nostra seconda vita ha un leone che incarna il modo in cui vorremmo essere da sportivi ma soprattutto come uomini.

Per ultima cosa ci mettiamo dentro i nostri sogni e la consapevolezza che la persona che parte non è mai la persona che ritorna, e che, indipendentemente dal risultato torneremo migliori.

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